
Restrizioni alle intercettazioni telefoniche, limiti alle misure cautelari e bavaglio ancora più stretto sui telegiornali: ecco le riforme che accomunano destra e renziani
Severo sulle intercettazioni, limiti delle misure cautelari a rischio di recidiva, restituzione della prescrizione dopo il primo anno, abrogazione delabuso di potere, senza appello sentenze di assoluzione, bavaglio ancora più vicino al record. In movimenti sul processo penale Centrodestra e di Live Action-Italia – approvato dalla Camera con il parere favorevole dell’esecutivo – c’è il manifesto della maggioranza in materia di giustizia, che nei prossimi mesi il ministro Carlo Nordio proverà a trasformarsi in legge. Da separazione delle carriere: L’antica ossessione di Berlusconi compare in cima al primo documento centrista firmato da Enrico Costail “falco anti-PM” del partito di Carlo Calenda, che “sollecita il governo a sostenere l’iter di approvazione di una riforma costituzionale” in materia, forse la sua.
“Vietare la pubblicazione di intercettazioni” – Ovviamente, stiamo parlando della riforma del intercettazioniil ritornello dei primi mesi di Nordio: nella mozione congiunta dei partiti di governo (firmata dai capigruppo Maurizio Lupi, Tommaso Foti, Riccardo Molinari e Alessandro Cattaneo) “si incoraggiano iniziative regolamentari per evitare abusi” e “vietare la pubblicazione, anche parziale, del contenuto”. Nello stesso ordine di idee, quella di Costa, che chiede di limitare la diffusione delle conversazioni “soprattutto se riguardano terzi insospettabili e sono estrapolati dal contesto generale”. Oltre a “rafforzare il controllo sull’uso di trojan”, i registratori antivirus installati negli smartphone che richiedono, scrive, “una rigorosa disciplina ad hoc” (che però esiste già: lo strumento può essere utilizzato solo per indagare su reati molto gravi e con limiti molto limitati). Mentre il comandante del Ros dei Carabinieri, Pasquale Angelosantoverificato in Commissione Difesa chiede di “rafforzare la tecnologia delle intercettazioni, che sono fondamentali”.
Nessuna misura cautelare per ladri e spacciatori – La maggioranza poi cerca di restituire una delle domande in vetrina referendum sostenitori della Lega radicale del giugno 2022, respinta da elettori con bassa affluenza: la mozione di centrodestra impegna infatti Nordio “a prendere opportune iniziative in materia misure di protezione individuale (…) relative alle condizioni della loro applicazione e, in particolare, a quella prevista dall’artsezione 274, paragrafo 1, lettera c) del codice di procedura penale”. Di cosa si tratta? Di questa norma che consente l’applicazione delle misure cautelari per rischio di ripetizione di reati simili a quello per il quale si procede: vale a dire il ragionamento utilizzato dai giudici nel 90% dei casi. Il flop-referendum ha voluto abolirlo, rendendo di fatto impossibile la custodia cautelare o i domiciliari per tutta una serie di reati: quelli di colletto bianco (corruzione, estorsione, brogli), ma anche traffico di drogaIO voliIL estorsione. Ora il centrodestra e il suo ministro vogliono riprovarci con una legge. Non solo: nel ricorso di Renziani e Calendiani, si chiede che l’eventuale provvedimento cautelare sia disposto da un collegio di tre giudici, e non più da un solo giudice istruttore. Tanto per accelerare la giustizia.
Torna alla prescrizione senza limiti – Entrambi i documenti ripetono anche il contenuto dell’ordine del giorno di Costa approvato a dicembre con i voti dell’intera maggioranza, e anche “benedetto” dal premier Giorgia Meloni: colui che chiede annullare il blocco della prescrizione Dopo decisione di primo grado, introdotto nel 2019 dalla legge Spazzacorrotti. Sia il movimento centrista che il movimento di centrodestra, infatti, reclamano “la restauro della disciplina di prescrizione sostanziale a tutti i gradi di giudizio“, abrogando così sia il Bonafede che il meccanismo delinammissibilità introdotto dalla riforma penale Cartabia (di cui, a regime, il processo “morirà” dopo due anni di appello e un anno di cassazione), che non ha ancora prodotto i suoi effetti, posto che non si applica solo ai procedimenti per reati commessi dal 1° gennaio 2020.
Abuso di potere e assoluzioni definitive – C’è anche spazio per una riforma delabuso di potereun’altra delle intenzioni espresse da Nordio: su questo tema il centrodestra e il cosiddetto terzo polo confermano di non essere del tutto allineati, perché se Costa chiede “laabrogazionedella causa (già riformata nel 2020 per ridurne l’applicazione), Lupi, Molinari, Cattaneo e Foti si limitano a favorire una nuova riforma ancora più restrittiva. L’asse, invece, è severo nel chiedere “ildefinitività delle assoluzioni dalla Procura”: è anche una vecchia fascinazione di Berlusconi, ritirata durante la scorsa campagna elettorale. Eppure il legge sulle pecore approvata nel 2006, che vietava alla Procura di impugnare le assoluzioni, era stata dichiarata incostituzionale per violazione del principio di uguaglianza. Inoltre – seppure con formulazioni diverse – entrambe le mozioni chiedono la riforma dell’art Legge Severino revocare la sospensione degli amministratori locali condannati in via non definitiva: altro contenuto dei referendum bocciati.
Gag, stanno arrivando gli ispettori – Infine, la mozione Costa insiste nel fare il lavoro degli stenografi, già paralizzati dal Decreto Cartabia sulla “presunzione di innocenza” (qua l’approfondimento di fattoquotidiano.it). Da un lato, chiede ostacolare Là pubblicazione letteralefinora consentito, ordinanze di applicazione di misure cautelari“Abbiamo detto che le intercettazioni non devono essere pubblicate, ma in compenso consentiamo la pubblicazione letterale delle ordinanze di custodia cautelare. Così alcuni magistrati buttano tutta questa mole di informazioni in un’ordinanza di trecento pagine, che viene pubblicata come se fosse un libro, una cannonata contro la presunzione di innocenza”, ha attaccato in aula il deputato Azione. Che poi impegna il governo a mandare il ispettori dipartimentali in tutta Italia per verificare che le procure non lo permettano troppe conferenze e comunicati stampa in violazione del decreto Cartabia: il testo prevede un “controllo da parte dell’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia sugli atti motivati dei pm concernenti la l’esistenza dell’interesse pubblico che giustifica l’autorizzazione a tenere conferenze stampa e comunicati degli organi inquirenti”.