Barca ribaltata in acque libiche: 30 dispersi.  Telefono d'allarme: "L'Italia ha ritardato i soccorsi".  Guardia Costiera: "Fuori dalla nostra giurisdizione"

Barca ribaltata in acque libiche: 30 dispersi. Telefono d’allarme: “L’Italia ha ritardato i soccorsi”. Guardia Costiera: “Fuori dalla nostra giurisdizione”

Sono stati alla deriva tutta la notte, alla mercé del… onde alte, al largo della Libia. Le Ong che li hanno visti hanno denunciato la barca ai cosiddetti Guardia costiera libicail quale ha subito chiarito di non voler intervenire, purché il Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi (Mrcc) Italiano che, secondo il racconto di orologio da mare, ha cessato di comunicare. Domenica l’epilogo più temuto: la barca si è fermata invertitoSi presentano 30 persone Sparpagliato. Attacchi di Alarm Phone: “Le autorità italiane hanno aiuti consapevolmente ritardati e li hanno lascia Morire“. I 17 sopravvissuti, invece, lo erano salvato da una nave mercantile arrivato lì per primo.

La carica del telefono della sveglia – Attraverso il suo profilo Twitter, la ong Il Mediterraneo salva l’uomo precisa che “secondo varie fonti l’imbarcazione si è capovolta questa mattina e gran parte delle 47 persone a bordo risulta dispersa. Telefono d’allarme aveva avvisato tutte le autorità alle 2:28 di sabato, segnalando la situazione pericolosa. Nessuno è intervenuto per più di 24 ore”. Più dura l’accusa lanciata da Alarm Phone contro le autorità degli Stati interessati, tra cui quella italiana: “Siamo scioccati. Secondo varie fonti, su questa imbarcazione ci sono decine di persone noce. Dalle 2:28 dell’11 marzo le autorità vengono informate dell’emergenza e della situazione di pericolo. Le autorità italiane hanno salvataggio deliberatamente ritardato lasciarli morire”.

Tajani: “Gli italiani non lasciano gli uomini senza aiuto” – La guardia costiera italiana ha replicato affermando che “l’operazione di soccorso è avvenuta all’esterno delarea di competenza Italian Sar registrare l’inattività degli altri Centri nazionali di soccorso e coordinamento marittimo interessati per zona“. Mentre il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajaniequivale a parlare di accuse strumentali: “Non devi mai impresa che succede. Sono convinto, conoscendo la Guardia Costiera, la Marina Militare e la Guardia di Finanza, che questi uomini di mare non lasciano mai nessuno senza aiuto». in tema di immigrazione, dopo l’affondamento di Cutro: “Abbiamo sempre sostenuto che fosse necessario impedire le partenze imbarcazioni non idonee alla navigazione, abbiamo già donato una nave alla Guardia Costiera libica, altre due verranno consegnate nei prossimi giorni a Messina con il supporto di una Commissione europea che finanzia l’acquisto delle motovedette”.

Nota della Guardia Costiera: “I libici non sono intervenuti” – Per chiarire la dinamica del naufragio, la Guardia Costiera ha diramato una nota in cui spiega che “le autorità libiche, competenti per le attività di ricerca e soccorso in questa zona, a causa della mancanza di disponibilità di mezzi navali, ha chiesto il supporto, come previsto dalle convenzioni internazionali sul soccorso in mare, del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma che, su richiesta delle autorità libiche, ha immediatamente inviato un messaggio satellitare di emergenza a tutte le navi in ​​transito. La Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma, prosegue la ricostruzione, “oltre al mercantile basilico l che rimase nei pressi della barca, inviò verso il vascello in difficoltà altre tre navi mercantili presenti nella zona. Le operazioni di trasbordo dei migranti sono iniziate alle prime luci dell’alba da uno dei 4 mercantili che si erano uniti al barchino in difficoltà. Durante le operazioni di soccorso effettuate dal Barca a motore Fiandreil barchino si è capovolto durante il trasbordo dei migranti: 17 persone sono state soccorse e recuperate dalla nave mentre una trentina di migranti risultavano dispersi”.

“I sopravvissuti devono essere portati nell’UE” – La nave cargo arrivata per prima nei pressi della barca in balia del mare ha soccorso i sopravvissuti che si erano trovati in acqua dopo il capovolgimento della nave, come sottolinea Alarm Phone. “Dopo il naufragio che ha provocato molti morti, temiamo che i sopravvissuti, che hanno visto morire i propri amici prima di essere soccorsi da un mercantile, saranno costretti a recarsi a Libia O Tunisia dove aspettano condizioni disumane. Chiediamo che tutti i sopravvissuti siano portati in a luogo sicuro in Europa“. Proseguono le operazioni di ricerca dei migranti dispersi con l’ausilio delle navi mercantili presenti nell’area, con altre due navi da carico che raggiungono l’area di ricerca e con il sorvolo di due aerei Frontex.

Cosa è successo prima del ribaltamento – La prima osservazione è avvenuta dall’aereo della Ong orologio da mare che, nel tardo pomeriggio dell’11 marzo, ha avvistato una nave con 47 persone a bordo al largo di coste libiche. Era uno scafo sovraffollato, tra onde altissime, come testimoniano le foto pubblicate dalla Ong sui social. “Seabird ha avvistato la nave in contatto con Telefono d’allarme“, ha scritto di Sea Watch. Sottolineando come lungo la barca ci sia “a mercantile che ha ricevuto l’ordine Centro Coordinamento Soccorso Roma coordinare con cosiddetta Guardia costiera libica“. Di conseguenza, le autorità italiane avrebbero “scaricato” su Tripoli IL salvataggio di questa nave. Ma la paura per i naufraghi cresce col tempo: “Dalla Libia non arriva nessun aiuto”. Tanto che, nella mattinata di domenica 12 marzo, Telefono d’allarme ha rilanciato: “Anche questa mattina persone in difficoltà ci hanno chiamato. Più di 24 ore dopo la nostra prima notifica alle autorità, sono esausti e ancora in mare, lottando contro il vento e il maltempo. Esortiamo le autorità a coordinare al più presto un intervento di soccorso e portare in salvo le persone in Italia”. Solo che le autorità italiane avrebbero rinunciato a intervenire, lasciando le cure ai libici, visto che il barcone si trovava nelle loro acque territoriali”. Affinché il tempo stia peggiorando e rendendo difficile l’intervento, Tripoli afferma di non poter inviare una motovedetta”, aggiunge l’ong Sea Watch. Questo dimostra quante volte in passato le autorità italiane hanno coordinato un soccorso in questa zona. “Chiediamo che si faccia lo stesso evitando ulteriori morti. Anche perché le ore passano, ma dal Paese nordafricano non arriva nessuno a soccorrere i naufraghi”.Affrettarsi per salvare una cinquantina di persone a bordo di questa barca che va alla deriva tra i onde alte“, ha scritto Sea Watch. Adesso, però, è già troppo tardi.

Le operazioni di ricerca continuano La Guardia Costiera italiana spiega che “due dei migranti recuperati a bordo della motonave Froland diretta in Italia necessitano di assistenza medica e quindi il mercantile si dirigerà prima verso Malta per lo sbarco delle due persone per cure mediche urgenti”. Quanto ai 30 dispersi, invece, “proseguono le operazioni di ricerca dei migranti dispersi con l’ausilio delle navi mercantili presenti in zona, con altre due navi mercantili che raggiungono la zona di ricerca e con il sorvolo di due aerei Frontex“.

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